Sabato 27 febbraio al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno in scena il viaggio alla ricerca di un'identità smarrita: "Scannasurice, testo di Enzo Moscato, regia di Carlo Cerciello e una straordinaria interpretazione di Imma Villa.
Nei Quartieri Spagnoli di una Napoli infera, un 'femminiello' è costretto a vivere in una stamberga nella quale, come unici compagni ha i topi, metafora dei napoletani stessi, e i fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘Mbriana al Munaciello. Scannasurice, uno dei primi testi di Enzo Moscato, che va in scena con la regia di Carlo Cerciello e la superba interpretazione di Imma Villa al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno sabato 27 febbraio alle ore 21, è un viaggio alla ricerca di un’identità smarrita dentro le ferite della storia e di una quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente.
L'ambientazione è quella della Napoli dei Quartieri Spagnoli, in cui protagonista è un personaggio che “fa la vita”, “batte” ed è un “femminiello”. Come tutti i femminielli di Enzo Moscato è una creatura senza identità, quasi mitologica. Oltre l’identità sessuale, quasi magica. È per questo che lo interpreta un’attrice capace di renderne evidenti l’ambiguità e l’eccesso. Una volta smontata la sua appariscente identità sarà cieca Cassandra, angelo scacciato dal Paradiso, maga e icona grottesca e disperata, ma sempre poetica.
“Per la messinscena siamo partiti da un’immagine bellissima – racconta Cerciello – che è quella dei Quartieri Spagnoli visti dal satellite. A guardar bene appare come un reticolo, una trappola, un labirinto, in cui le persone al suo interno sembrano topi avvolti dall’oscurità. Abbiamo quindi deciso, insieme con Roberto Crea, di prendere questa immagine, orientarla in verticale e utilizzarla come scenografia”. All’interno di questa struttura praticabile che occupa quasi interamente la scena si muove Imma Villa. La sua interpretazione è una vera e propria maratona attoriale: racconta la vicenda dal suo punto di vista, evoca altri personaggi e spiriti presenti nel testo, dà vita a finti dialoghi, si arrampica all’interno della struttura compiendo velocissimi e continui cambi d’abito. Insomma, la sua è una prova funambolica e intensissima sul piano emotivo.